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da 2 a 6 investigatori temporali.

Misto di prima e seconda generazione.

Fantascienza, Paranormale.

Brain in a Cage

Terza avventura giocata presso i padroni di casa di Brain in a Cage. Ancora Giulia a farci da Master e a guidarci in questa Stranger Story. Confessiamo subito che né io né Xand siamo appassionati della serie; quindi, per noi è difficile dare un giudizio da un punto di vista di ricostruzione cinematografica della stanza. Nonostante ciò, chiunque riconoscerebbe in questo set il famoso salotto anni ‘80, con la riproduzione dell’ormai noto divano ed il filone di lampadine sopra che serpeggia tra tre righe di alfabeto, stile tavola ouija. 

Ho già parlato dell’abilità di Brain in a Cage nella realizzazione di enigmi ed anche in questa stanza abbiamo avuto il piacere di riscontrarla nuovamente; come impronta di gioco si basa molto sulla seconda generazione, stile che fra l’altro si adatta molto bene al tema della room (sarebbe stata impensabile utilizzare una prima generazione, non ne avrebbe rispecchiato l’essenza). Non so come facciano a concepire e rendere concreti determinati giochi, il tutto restando all’interno del loro team, visto che non fanno parte di un franchising, nè hanno un brand di supporto alle spalle. So solo che io rimanevo estasiata mentre ci giocavo, come un bambino che assiste ad uno spettacolo di magia; questo è l’effetto che mi fa l’automatismo. 

La logica della stanza è abbastanza lineare, gli enigmi mediamente difficili, benchè siano molti, ma non sono d’accordo con Brain in a Cage che ne indica il livello di difficoltà massima, cioè 5/5. Anzi, ho trovato molto più difficile e complesso, sia come concezione di gioco che stile di enigmi, l’avventura con SAW- l’Enigmista che non in Stranger Story. Infatti, in due giocatori, siamo riusciti ad uscire pochi minuti prima dello scadere del tempo e, come spesso succede, ci siamo divisi gli enigmi per procedere più speditamente. 

Qualche tips sulla stanza: per quanto prenda spunto dalla serie televisiva, non fa assolutamente paura, ma se amate il paranormale è la stanza che fa per voi. Non necessità di abilità motorie particolari ed è disponibile in Inglese. 

Nel complesso ci è piaciuta abbastanza, come trama, enigmi e logica di gioco. Un altro gioiellino da aggiungere nel catalogo delle escape room italiane, ma d’altra parte già la casa stessa è marchio di garanzia. 

Il livello fornito da Brain in a Cage e’ di 4 su 5.

1984 – Indiana – Recentemente molti fatti strani sono accaduti in città, contadini hanno visto il loro intero raccolto marcire durante in una notte e si sentono terrificanti ululati provenire dai boschi. 

Tutto è iniziato quando l’Hawkins National Laboratory, un laboratorio scientifico governativo fuori città, ha confiscato delle case vicino ai boschi con pretesti non molto chiari. Una di queste case è la casa di uno dei vostri migliori amici, William. William era scomparso l’anno scorso e solo voi sapete cosa è accaduto realmente. Recentemente il vostro amico portato in ospedale, la sua temperatura continua ad abbassarsi e di tanto in tanto lancia urla strazianti di dolore. Siete sicuri che tutto questo abbia qualcosa a che fare con l’attività dell’HNL, lo avete segnalato alla polizia ma senza alcuna prova non possono fare molto. 

Avete quindi deciso di avviare un’indagine per conto vostro. La madre di Will è con lui in ospedale e non tornerà presto. Avete finto di trovarvi per giocare a Dungeons & Dragons, ma il vostro piano è di intrufolarvi in casa di William per scoprire ciò che sta realmente accadendo

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Yaya

Il cervello del team iTopissimi, laureata in Infermieristica e appassionata di enigmistica sin da giovane. Originaria della provincia di Livorno dove è cresciuta insieme al suo lato nerd.
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