357 24.08.2024
Livello: Medio – Alto
Attori: No
erebusgame.it
2 – 7 Ospiti indesiderati
€50- 154€
60 Min
Le Nostre Impressioni
Prima Escape Room giocata presso i padroni di casa di Erebus.
Mettiamoci comodi: quando mai si pensa che una serata in un finto albergo infestato anni ’60, di quelli che sembrano congelati nel tempo, sia una buona idea? Eppure, eccoci qui, ad aspettare che la porta si chiuda dietro di noi e che l’orrore inizi. Ah, e non aspettatevi coccole con camomilla e pasticcini: appena si varca la soglia dell’Hotel Dolphin, il senso di tranquillità se ne va dritto con il primo treno. Direzione: qualsiasi meta.
La storia si svela un pezzo alla volta in modalità lineare, come un puzzle che prende forma solo quando trovi il pezzo giusto. Non è la classica trama horror, ma un mistero avvolto in un’atmosfera noir, dove gli enigmi contribuiscono alla storia tanto quanto la storia contribuisce agli enigmi. È un crescendo di tensione psicologica che ti fa rimanere sul filo, ma senza mai terrorizzarti.
Un thriller psicologico, che fortunatamente ci salva dal diventare quel tipo di horror a basso budget in cui lo spavento arriva solo grazie al suono assordante di una porta che sbatte. Si entra in un’atmosfera retrò, decadente ma con stile, dove ogni elemento è curato per trasportarti davvero in un hotel dimenticato, e non in un classico scenario da “casa stregata.” È come un quadro vintage, affascinante e insieme ambiguo, che ti fa venire voglia di toccare tutto e capire cosa si nasconde dietro quell’apparente normalità.
Gli scenari sono fatti abbastanza bene: muri scrostati, tappezzerie sgualcite, un’illuminazione soffusa, che fanno sembrare tutto misteriosamente sospeso. Gli arredi d’epoca, telefoni a rotella e valigie dall’aria vissuta: l’attenzione ai dettagli è tale che per un attimo ti chiedi davvero se non sia tutto autentico.
E non parliamo solo di decorazioni: questo è un hotel dove l’arredamento, unito alle suppellettili. diventa elemento di gioco. Ci si trova a scrutare quadri per scoprire dettagli nascosti, a decifrare numeri su libri vintage, o ad aprire cassetti in cerca di indizi che sembrano richiedere tanto intuito quanto una buona dose di calma.
Come stile abbiamo un mix di tutte e tre le generazioni, che si sposa benissimo con il tema un ambiente infestato, in cui sono tutt’ora presenti spiriti demoniaci, ma si avverte anche la presenza passata di persone in carne e ossa che sono passate da lì.
Unica nota; un enigma sarebbe da rivedere, o quanto meno da “ripassare”, proprio perché un po’ troppo consumato e reso quasi illeggibile dal tempo.
Qualche dritta: la stanza è disponibile per essere giocata in lingua inglese e non necessita di abilità motorie particolari. Ricordate che indizi, oggetti e codici hanno un unico utilizzo, quindi una volta usati dimenticatevene.
Se cercate un’esperienza che gioca con l’eleganza del thriller e la mente più che con i nervi, “Hotel Dolphin” è il posto giusto per mettere alla prova l’ingegno e la pazienza. Perché qui non si tratta solo di risolvere enigmi, ma di immergersi in un mondo parallelo, di sospendere la realtà e farsi trascinare in una storia densa di mistero.
PS: Ci ha deliziato della sua compagnia, nonché del suo acume, @france.
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