Poche idee e molto confuse

Ahimè, rieccoci qui!  Sì, perché purtroppo ci siamo imbattuti in un altro esemplare di “Stanze da incubo“, e no, non è un elogio al tema horror, nonostante siamo nel periodo di Halloween. Ci sono stanze che, diciamolo, non dovrebbero proprio esistere, punto. Un affronto per chi ama davvero le Escape room, un insulto agli escaper e ai Game Master che si (s)battono per creare esperienze degne di questo nome.

Parliamo proprio di quelle stanze che ti fanno rivalutare tutte le tue scelte di vita, fino all’istante in cui hai cliccato “Prenota ora” ✅. Una pensa di aver raggiunto un’abilità tale da scansare le stanze da incubo, ed invece eccoci ancora qua. Ogni volta mi ripeto “Questa sarà l’ultima”. E ogni volta… sorpresa! Mi ritrovo di nuovo qui a scriverne. Ma procediamo con ordine.

Premessa doverosa: quando giochi molte Escape room (sì, quando invece di entrare nelle -anta, entri nelle -ento), cominci a notare un certo dejà vu nei temi. Magia, pirati, pazzi psicopatici con manie omicide e tendenza alla tortura, laboratori misteriosi, il solito Paese delle Meraviglie rivisitato per la 48ª volta. Ecco perché, quando ti capita un tema originale, ti si illuminano gli occhi come al cane 🐶 (o a me) quando sente la parola “pappa”. Questa (dis)avventura comincia da qui, dalla voglia di provare una storia mai affrontata.

Così, ci imbattiamo in questa perla rara: un tema mai visto! Tutti gasati, prenotiamo al volo, nonostante il prezzo un po’… come dire… premium 💸. Ma vabbè, se sento nominare ancora il maghetto più famoso di tutti i tempi, giuro che mi lancio fuori da una finestra (e senza la Nimbus 2000). “Sarà un’esperienza unica!”, penso. “Sicuramente quel prezzo si giustifica con una scenografia super o un gameplay rivoluzionario!”. Spoiler: ni.

Arriviamo e subiamo un briefing che mi pare infinito 🥱 (come ogni briefing sopra i 8 minuti, per quanto mi riguarda), il quale non ci servirà praticamente a niente, anzi: in alcuni casi il gameplay prevederà di fare esattamente l’opposto. La joie de vivre del Game Master, poi, era pari a quella di un cactus in letargo, sembrava pagato a sbuffi, non a ore..

Entriamo. E subito, boom 💥 : primo enigma. O meglio, primo coso, perché chiamarlo enigma sarebbe un insulto alla categoria. Un miscuglio di lettere, numeri e logiche astruse degne di un oracolo dopo un gin tonic. “A, B, C e D” — e già lì capisci che finirà male 😵‍💫.

-A e B sono intese come cifrario.

-C è un numero apparso chissà dove nella stanza.

-D è un’operazione tra cose che non c’entrano nulla.

Un nonsense cosmico 🤸🏼‍♂️. Alla fine, quando il master è entrato nella stanza dopo la fine della partita per spiegarcelo, si è confuso pure lui a metà ragionamento. Momento epico ☠️.

Comunque, dopo aver passato una buona mezz’ora nella prima stanza, passiamo alla seconda. Durante il famoso briefing, ci era stato detto di non trascinare oggetti e non toccare quelli col relativo simbolo. Bene, bloccati nuovamente, chiediamo un aiuto:

“Dovete ispezionare manualmente il manichino”.

“Ma c’è il simbolo non toccare…”

“Lo potete toccare ma siate delicati”.

Eh?! Tipo “non guardare” ma copriti gli occhi con le mani e sbircia tra le dita?! Xand, ovviamente, per rendere più tragicomica la situazione, inizia a palpare il manichino 🤦🏻…

Andiamo avanti con altro “coso” nonsense. Devi contare il numero di pallini luminosi. Fatto ma non tornano di numero.

“Riprovate”.

Riproviamo, stesso risultato. Contiamo e ricontiamo talmente tante volte che la parola del numero inizia a perdere il significato semantico. Ma, appena prima di precipitare nel baratro della follia, a Xand viene un’illuminazione 💡, esclama il risultato ad alta voce: è giusto! “Come hai fatto?” Gli bisbiglio. “Ho provato a fare operazioni ad minchiam 🎲”. Come un altro genio della lampada 🧞‍♂️ ci aveva suggerito una volta: le provi tutte, tipo gratta e vinci (Stanze da Incubo Ep. 5) .

Ah, la scienza esatta delle Escape room disperate. Tra cui mi stavo dimenticando di includere l’ultimo enigma di 3 cifre: x, y, z. La sequenza? “Eh, provale tutte; alla fine sono solo 6 combinazioni!” cit. del GM che in quel momento ha avuto il suo unico sprazzo di vitalità ⚡ (gulp!).

E arriviamo così al punto cruciale: ne valeva la pena? Risposta: ni, e vi spiego perché.
La scenografia era davvero pazzesca (incredibile, vero?); cioè, di quelle che ti fanno pensare “ok, forse ne è valsa la pena solo per questo”. Un’ambientazione così curata da farti “quasi” dimenticare che gli enigmi erano scritti probabilmente durante una riunione di condominio. E probabilmente era quest’ultima a giustificare quel prezzo: un set mozzafiato, a coprire un gameplay da far impallidire un sudoku fatto col dado.

Ma sapete com’è: per quanto sia bella la copertina, se il libro è scritto male, non te lo leggi fino alla fine. E questa stanza, purtroppo, ha conquistato con merito un posto d’onore nella nostra rubrica Stanze da Incubo.

Perché sì, se ti chiami Escape room, dovresti avere almeno un enigma logico (per quanto brutto), o anche solo vagamente sensato. Come a scuola, quando ti dicevano “È intelligente, ma non si applica”. Ecco. Questa stanza aveva tutte le potenzialità per essere memorabile… ma ha deciso di presentarsi impreparata.

Dicci cosa pensi

Previous post 🧩 🚲 Stranger Things 🏘 Eneru @Roma